lunedì 23 marzo 2009

L'enduro è per uomini veri ...

... e con questo me ne tiro (bellamente) fuori ...

con Michele ho provato la 3 giorni di camp della KTM al Ciocco. Sarebbero stati i miei giorni 2-3-4 su una moto da enduro per cominciare a capirla. Per adesso mi ha solo bastonato.

Parto con la consapevolezza che ho le ginocchia non a posto ma (ignorantemente) trascuro la cosa. Di fatto già nella prima mezza giornata riesco a acuire il dolore al ginocchio sx. Salto il pomeriggio e speranzoso che la cosa si risolva mi vado a comprare un tutore per il ginocchio.
Il mattino seguente con il tutore e il paracolpi sotto un paio di pantaloni nuovi (per contenere una "palla" di roba contenitiva attorno al ginocchio) decido di ripartire ... errore ...
ormai non mi potevo più fidare. E così dopo neanche un'ora alla prima grossa buca mi ci infilo senza speranza di uscirne (tutto) sano. Sdraiato a faccia in giù con il fiato corto corto per la botta al costato comincio a fare l'inventario dei pezzi.
C'è tutto ma la scapola dx, il costato dal lato destro, la mano sinistra e l'anca dx cominciano a fare molto male.
Seguo un pò il gruppo ma il dolore è forte ed così decido di lasciare.
In albergo devo anche aver spaventato michele che premurosamente mi aiutava. Non era mia intenzione farlo, ma per chi ha sperimentato l'incrinatura di una o più costole sa cosa vuol dire solo respirare (e non dico starnutire).
Grazie a san aulin, il dolore si attutisce e domenica sono in grado di tornare a casa poco dolorante. Ma oggi, senza aulin da ieri, è tutta un'altra cosa ...

KTM Camp (Ciocco)


Peccato. Ho voluto provare una esperienza diversa, certamente dura, ma senza avere la forma fisica che serve. Forse ci vuole anche la forma mentale che porta chi fa enduro seriamente a non fermarsi neanche se gli saltano i tendini, se si azzoppa, se perde una mano (come il nostro istruttore Giorgio). Uomini che per la passione dello sport sanno tacere e andare avanti senza farsi problemi di fronte a nessuna salita per viscida che sia.

Io non credo di avere questa tempra e per quanto appena senza dolore (non dico sano) salirei sulla moto da enduro subito, credo che questo sport richieda veramente una fibra di quelle strong e forse che questa passione nascesse quando "da giovane", ovvero vent'anni fa, le ossa e i pezzi vari erano meno "sensibili".

Mi è piaciuto molto Michele che invece con metodo, la precisione che lo contraddistingue, la pazienza e il rigore con cui affronta le situazioni, ha fatto il camp in splendido modo portandolo a termine bene e soprattutto (e per fortuna) senza nessuna conseguenza fisica. Credo infatti che lui invece abbia tutti i mezzi per continuare a crescere e divertirsi nel (duro) mondo dell'enduro.
BRAVO MICHELE!!

Da un punto di vista non enduristico il viaggio di A/R passando per la Cisa è stato molto bello e ovviamente curvilineo ...


Visualizzazione ingrandita della mappa

da rifare!

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